domenica 13 settembre 2015

Sia maledetto il Sud Sudan, sia maledetto il Sud Sudan e chi l'ama...



Il titolo e' da leggersi canticchiando sul'aria di "Maremma Amara", canto popolare toscano raccolto e fatto conoscere dalla grandissima Caterina Bueno.

E su questa canzone ed il suo significato lascio parlare il sito delle "Canzoni Contro la Guerra":

"Il fatto è che Maremma amara o Maremma, Maremma, come sovente vien chiamata) non è affatto una canzone antichissima. Risale, pare, ai primi anni del diciannovesimo secolo, quando, dopo la prima bonifica medicea settecentesca, si cominciò a parlare di bonifica a vasto raggio e a progettarla sotto il Granducato lorenese. Le terre maremmane, con la loro particolare conformazione, erano fertilissime; ma erano paludi, malsane e pericolosissime. Il regno della zanzara anofele e della malaria; e non è un caso che il termine malaria, ovvero “mala aria, aria cattiva”, dall'Italia (e in particolare dalla Maremma) si sia diffuso in tutto il mondo. Si dice “malaria” in inglese, in francese, in tedesco, in giapponese, in nepalese, in tutte le lingue del globo; ci sarà un motivo. L'azione del Plasmodium falciparum, veicolato dalla zanzara anofele (“anofele” significa “inutile”, ἀνωφελής), è anch'essa un simbolo storico della Maremma e di tutte le maremme italiane.





 Lo sfruttamento agricolo della Maremma toscana è pure, e per ovvi motivi, abbastanza recente: risale a non prima del XVII secolo. Fu allora che la Maremma, terra assolutamente selvaggia, incolta e desolata d'esseri umani, nacque, al tempo stesso, alla vita e alla morte. Divenendo terra d'immigrazione dei disgraziati rurali di tutta Italia, che i Medici vollero attirarvi sia come fissi che come stagionali con il miraggio della terra liberamente concessa (e che andò, naturalmente, a formare dei vastissimi latifondi in mano di pochi che se ne stavano belli in alto, al riparo dai miasmi). Nacque la Maremma, e nacque il maremmano, ancora oggi noto per il suo carattere particolarissimo; persino il cane della zona, il pastore maremmano, ha un caratterino che ve lo raccomando, uno dei più cazzosi di tutta la razza canina nonostante il suo simpatico aspetto da batuffolone bianco.


Sono miti, figure e storie che sembrano quasi nate antiche, verrebbe da dire. La storia pressoché eterna del disperato della terra che va a cercarne un'altra dove vivere e lavorare, e che si accorge ben presto dove sia andato a capitare. Nella terra della morte certa, della consunzione per una malattia inesorabile e per la quale, a lungo, non esistettero cure. Si dava la colpa all'aria malsana, la “mala aria” appunto, mentre era di un bacillo inoculato da una zanzara. Per questo i lavoratori maremmani furono quasi tutti stagionali, raccomandandosi l'anima a Dio. La “facies” dello stagionale in Maremma era uguale per tutti: da fantasma che camminava. Fu all'estremo di questa storia, quando nessuno più o quasi voleva andarci a lavorare e la Maremma rischiava di tornare spopolata come un tempo, che nacque questa canzone, brevissima.Due sole strofe che dicono duecentocinquant'anni di duro lavoro e di morte. E', in primo luogo, una desolata canzone d'amore cantata da una moglie, da una fidanzata, da un'amante del lavoratore andato a morire di malaria in una terra che pare spennare anche gli uccelli in volo. È una canzone di maledizione, perché chi andava a lavorare in Maremma sapeva di non tornare; pochi sopravvivevano, formandosi un carattere duro e forte che è ancora oggi caratteristica delle genti maremmane. E' una canzone che parla dell'alternativa tra il morire di fame e il morire di malaria, per farla breve. Iniziò poi la bonifica, che oggi farebbe inorridire le coscienze ambientalistiche tutte tese al giusto mantenimento delle condizioni naturali (che, in Maremma, sono peraltro uniche e sempre più minacciate da scempi vari, come recentemente l' “Autostrada tirrenica”); allora era semplicemente impossibile parlarne. Si doveva eradicare l'anofele e la malaria, e per eradicarle le paludi maremmane furono prosciugate, eliminate. Si poté lavorare in Maremma sempre sotto i soliti padroni e i soliti latifondisti, fino a tempi abbastanza recenti, ma perlomeno senza la certezza di andare a morte. Si formarono paesi e la città di Grosseto. La terribile storia dei tempi passati divenne “folklore”; e Maremma amara un doloroso canto del passato, ben presto dimenticato anche se non da tutti"



Bene, oggi la Malaria in Europa non esiste piu'. Non in Maremma, e nemmeno da altre parti. Al massimo, per noi, e' un fastidio da vacanze esotiche. Non esiste un vaccino per la malaria: ultimamente circola la notizia che ce n'e' uno in avanzata fase di sperimentazione, che sembra aver dato ottimi risultati. Ma siamo ancora alle fasi sperimentali. Nel frattempo, per dirla col Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute,

"Il continente maggiormente flagellato dalla malaria è quello africano, dove la gran parte delle aree endemiche (43 Paesi) è concentrata nei Paesi sub-sahariani e centrali, e dove l’agente patogeno predominante è Plasmodium falciparum, la specie responsabile della quasi totalità dei casi mortali per malaria (letalità). Nel continente africano predominano zone a endemia stabile, con livelli di trasmissione elevati durante tutto l’arco dell’anno o buona parte di questo: sono queste zone di iperendemia, dove i casi mortali sono concentrati nella fascia di età 0-5 anni e nei gruppi a rischio (donne in gravidanza) e dove l’elevato e continuo numero di punture infettanti conferisce alti livelli di immunità, comunque transitori (premunizione). Più rare sono le zone con malaria instabile (aree semidesertiche, altopiani) caratterizzate da brevi periodi e da debole intensità di trasmissione (zone di ipoendemia), dove la popolazione presenta bassi livelli di immunità. In queste zone la malaria può improvvisamente assumere andamento epidemico in seguito a eventi particolari (inondazioni, movimenti di popolazioni, guerre), con casi mortali distribuiti in tutte le fasce d’età di una popolazione non immune"

Quando ho cominciato a fare vaccini in previsione della partenza, e ne ho fatti una caterva, sulla malaria mi dissero che i farmaci per la prevenzione non erano tollerabili dall'organismo per piu' di 3 mesi, e che avrei fatto meglio a proteggermi con mezzi meccanici (zanzariere, abiti lunghi, repellenti ed insetticidi). Poi, parando con altri colleghi che avevano lavorato in Sud Sudan, mi sono convinta a prendere il Lariam, un vecchio farmaco con la nomea (meritatissima) di provocare effetti collaterali neurologici anche molto gravi. Ho preso la prima compressa il 10 luglio, domenica, e da allora ne prendo una ogni domenica. A tutt'oggi non ho avuto nessun tipo di problema, e spero continui. Perche' dopo aver visto cosa e' in grado di fare questa maledetta malattia, non ho nessuna voglia di prenderla.

Chiariamoci, di malaria si guarisce. Ci sono farmaci validi, basta riconoscere la malattia in tempo e partire da buone condizioni di salute, Io prima di partire avevo 16,4 di emoglobina. Un valore nella media per una donna della mia eta'. forse pure alto. Nelle linee guida per le trasfusioni di sangue, il valore considerato limite e' fra 7 ed 8, a seconda delle condizioni cliniche del paziente.

Qui in Sud Sudan ho visto bambini con 1,4 di emoglobina. Un valore incompatibile con la vita, ma gli esseri umani si adattano, e se l'anemia viene raggiunta in modo graduale, e' possibile vedere valori del genere in persone ancora vive.

Che comunque vive lo rimarranno per poco. Chi arriva ad avere valori del genere, e' una spece di fantasma che cammina (e pure male), respira a fatica, assume un colorito grigiastro da lenzuolo troppo vecchio per essere lavato ancora, vomita pure l'anima, ha dolori diffusi alla schiena, alla testa, all'addome. E poi muore, appunto.

Nelle donne in gravidanza provoca aborti spontanei, parti premature, sofferenza fetale, oligoidramnios, gravi ritardi di crescita intrauterina, morti in utero, malaria congenita.

Bene, quando ho cominciato a guardare le cartelle delle donne ricoverate per rendermi conto del tipo di pazienti dell'ospedale, rimasi veramente sorpresa dal fatto che piu' di meta' dei ricoveri era per malaria. E che quell'armadio di farmaci sconosciuti (Coartem, Chinino, Artesunate/Amodiaquine) li avrei imparati a conoscere molto bene....



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